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Biciclette contromano? AC Padova dice no

20.02.2019

Gli utenti della strada hanno bisogno di sicurezza e la sicurezza passa attraverso regole chiare e valide per tutti. In Commissione trasporti della Camera si stanno discutendo proposte sostanziali di modifica del codice della strada.

Alcune sacrosante, come l’istituzione dell’obbligo, almeno per i mezzi pesanti, di dotarsi di sistemi di guida assistita. O come l’aumento delle sanzioni per chi utilizza smartphone e altri dispositivi alla guida. Altre apprezzabili nel principio, ma pericolose nella prassi: riaffermare la centralità della bicicletta nel sistema dei trasporti urbani è una scelta ideologica, che può piacere o meno.

Sostenere che, in quei contesti, anche se con limiti di velocità di 30 km/h, i ciclisti possano procedere contromano è, invece, pericolosissimo. Tanto per la loro incolumità, quanto per i conducenti di automobili, specialmente in un Paese che ha recentemente introdotto il reato di omicidio stradale, con pene da 2 a 21 anni di reclusione.

Ai parlamentari, specie a quelli padovani, chiedo un ulteriore sforzo in termini di coraggio e di visione: oltre al danno morale, incalcolabile, gli incidenti stradali realizzano un danno economico che ricade sulla collettività, stimato in 17,5 miliardi l’anno, l’1,1% del Pil. Investire in sicurezza non significa spendere, ma risparmiare.

Le strade italiane hanno bisogno di manutenzione e, per la sicurezza dei ciclisti, servono piste ciclabili degne di questo nome, con corsie separate, al riparo dal transito veicolare. Un impegno aggiuntivo è necessario anche sul fronte dell’educazione di tutti gli utenti della strada, ciclisti compresi, che talvolta non rispettano le più elementari norme del buonsenso, transitando sui marciapiedi, lungo i sottoportici o contromano a lato strada, anche laddove le piste ciclabili sono effettivamente presenti.

Chi usa la bicicletta fa del bene a se stesso, si tiene in forma e non inquina, a vantaggio di tutti. Ma deve essere messo nelle condizioni di poterlo fare in piena sicurezza e non a rischio della propria e altri incolumità. Le strade sono di tutti, ma nessuno può comportarsi come se ne fosse il padrone esclusivo.

Lo dichiara Luigino Baldan, presidente dall’Automobile Club Padova.